sabato 3 novembre 2012

La repubblica - Liquidazioni agli ex deputati stangata da due milioni per l'Ars

Repubblica Palermo

Impossibile per il momento pagare le "buonuscite": le casse sono pignorate per la vertenza con i dipendenti. L'agenzia di rating Fitch declassa la Regione: disavanzo di due miliardi entro il 2012.


Proprio nel giorno in cui l'agenzia di rating internazionale Fitch declassa Palazzo d'Orleans, stimando per la fine dell'anno un disavanzo di un miliardo di euro ed entro il 2015 un debito di ben 7,5 miliardi, un'altra grana si abbatte sulle già esauste casse dell'Ars, altra istituzione a libro paga della Regione. I ragionieri di Palazzo dei Normanni hanno fatto i conti delle liquidazioni che spettano ai sessanta deputati uscenti non rieletti. Risultato? In arrivo una spesa pari a due milioni 170 mila euro. Soldi che l'Ars non ha, visto che al momento non può garantire nemmeno gli stipendi di fine anno, dopo il pignoramento subito per una causa con i dipendenti. Ma questi soldi spettano agli ormai ex deputati, che quindi, magari in ritardo, li riceveranno.
Liquidazioni agli ex deputati stangata da due milioni per l'Ars
Agli onorevoli dell'Isola, in caso di mancata rielezione, mamma Assemblea eroga un "assegno di solidarietà pari all'80 per cento dell'indennità lorda di una mensilità, moltiplicata per il numero degli anni di mandato effettivo". I conti sono presto fatti. Al decano dell'Ars Lillo Speziale, 21 anni di permanenza a Palazzo dei Normanni, spetta un assegno di 179.844 euro, in parte già incassati perché i deputati possono chiedere un'anticipazione del contributo. Un assegno a sei cifre, da 137 mila euro, in parte già anticipati, andrà a Giovanni Barbagallo, da sedici anni filati a Sala d'Ercole. Una cifra simile, intorno ai 130 mila euro, spetta a due volti storici dell'Ars non rieletti: Innocenzo Leontini, dal 1996 inquilino fisso di Palazzo dei 
Normanni, e Camillo Oddo, che frequenta i corridoi dorati dell'Ars dal '98. Di circa 90 mila euro la liquidazione di Fabio Mancuso, altro deputato non rieletto. E, ancora, un assegno di 94.204 euro è quello che invece ha maturato Carmelo Incardona.
Il contributo spetta anche a chi ha solo questa legislatura alle spalle e in media l'assegno sarà di 38 mila euro: tra quelli che lo riceveranno Bernardo Mattarella, Francesco Musotto, Ignazio Marinese, Massimo Ferrara, Roberto Corona, Guglielmo Scammacca della Bruca, Davide Faraone, Pino Apprendi, Alberto Campagna, Giacomo Dibenedetto, Toni Scilla e Miguel Donegani.

Il nuovo buco dell'Ars va ad aggravare una situazione già catastrofica per la Regione. Ieri l'agenzia di rating Fitch ha declassato a "BBB" il debito di Palazzo d'Orleans. Il motivo? L'agenzia stima "un disavanzo di un miliardo di euro entro il 2012, un pareggio solo nel 2015, ma con un debito, a questa data, salito a 7,5 miliardi di euro rispetto ai 6 miliardi di quest'anno ". Una situazione drammatica, causata anche dalla crisi economica e da una diminuzione delle entrate e una crescita al 17 per cento della disoccupazione nel 2014. "Il risanamento di bilancio dipenderà dalla riduzione delle spese correnti, che la Regione prevede di conseguire tramite riduzione dei trasferimenti ai Comuni e per servizi, ma la discontinuità politica sposta al 2013 la riforma", scrivono gli analisti di Fitch.

Il futuro, insomma, è sempre più nero e, come ha annunciato a metà ottobre con una relazione dei suoi uffici l'assessore all'Economia Gaetano Armao, la Sicilia
rischia il default: i nuovi limiti al patto di stabilità, varati dal governo Monti, prevedono infatti il bilancio consolidato, cioè il conteggio complessivo non solo dei debiti della Regione ma anche di quelli degli enti finanziati (Comuni, Province, Aziende sanitarie, Ato e partecipate).

Conti alla mano, la Sicilia nel 2014 avrà così un buco di 18 miliardi di euro: quindi, con un tetto della spesa fissato da Roma a 4,7 miliardi già dal prossimo anno e 3 miliardi di uscite obbligatorie per stipendi diretti e rate dei mutui, la Regione avrà in cassa appena 1,7 miliardi. Una cifra irrisoria, che non basterà a garantire il cofinanziamento dei fondi europei, il pagamento dei forestali o della formazione professionale, per non parlare dei precari degli enti locali.

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