sabato 31 agosto 2013

Dott. Gaetano Aiello - Il Decreto D'Alia e i precari storici siciliani: tavolo o tavolino!!



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venerdì 30 agosto 2013

Precariato pubblico in Sicilia Incontro D’Alia – Crocetta


SI APRONO SPIRAGLI PER I 22 MILA SICILIANI


Crocetta-DAlia-920Nascerà un tavolo al quale prenderanno parte tecnici del ministero della Funzione Pubblica e quelli della Regione Siciliana, per affrontare la specificità della situazione siciliana in materia di precariato.
Lo hanno istituito il Ministro per la Pubblica Amministrazione e la Semplificazione Gianpiero D’Alia ed il presidente della Regione Rosario Crocetta al termine dell’incontro tenutosi oggi a Roma ed avente come oggetto proprio la difficile situazione dei precari della Pubblica amministrazione siciliana alla luce della Riforma varata lunedì dal Consiglio dei Ministri.
“L’obiettivo del tavolo – si legge in una nota del Ministero – sarà quello di approfondire gli effetti delle norme per la Regione e studiare la possibilità di intervenire, in sede di conversione del decreto, con misure specifiche che vadano nell’ottica di valorizzare l’Autonomia siciliana”.
Nel corso del confronto, infatti, sono stati esaminati i provvedimenti sul pubblico impiego approvati in Consiglio dei Ministri, con particolare attenzione alle norme del decreto che introducono importanti novità per il superamento del fenomeno del precariato in Sicilia, come nel resto d’Italia.
Nei giorni scorsi il decreto aveva causato non pochi timori fra i precari siciliani e diverse prese di posizione sia di parte sindacale che politica, che chiedevano un intervento della Regione e l’allentamento delle prescrizioni del decreto nazionale.
L’allarme derivava dal fatto che la Sicilia è la prima regione d’Italia per numero di precari contandone ben 22 mila a fronte dei soli 5 mila della Campania che è la seconda. Ad impedirne la stabilizzazione sarebbero i vincoli imposti dal patto di stabilità che impedirebbero a quasi tutti i Comuni dell’isola di procedere così come indicato dal decreto D’Alia.

Fonte: http://oltrelostretto.blogsicilia.it/precari-della-pubblica-amministrazione-incontro-romano-fra-dalia-e-crocetta/206714/
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giovedì 29 agosto 2013

RAI TG3 Sicilia 19.30 - INCONTRO ROMANO D'ALIA CROCETTA SUI PRECARI





Notizia al minuto 7:25 

Fonte: http://www.rai.it/dl/tgr/regioni/PublishingBlock-f9fb1cb6-573a-4018-9d55-e41a181ae733.html

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MGL - Comunicato Stampa 29 Agosto 2013


Un primo passo nella direzione voluta è fatto! Nascerà un tavolo al quale prenderanno parte tecnici del ministero della Funzione Pubblica e quelli della Regione Siciliana, per affrontare la specificità della situazione siciliana in materia di precariato.
Lo hanno istituito il Ministro per la Pubblica Amministrazione e la Semplificazione Gianpiero D’alia ed il presidente della Regione Rosario Crocetta al termine dell’incontro tenutosi oggi a Roma ed avente come oggetto proprio la difficile situazione dei precari della Pubblica amministrazione siciliana alla luce della riforma varata lunedì dal Consiglio dei Ministri.
“L’obiettivo del tavolo – si legge in una nota del Ministero – sarà quello di approfondire gli effetti delle norme per la Regione e studiare la possibilità di intervenire, in sede di conversione del decreto, con misure specifiche che vadano nell’ottica di valorizzare l’Autonomia siciliana”.
Nel corso del confronto, infatti, sono stati esaminati i provvedimenti sul pubblico impiego approvati in Consiglio dei Ministri, con particolare attenzione alle norme del decreto che introducono importanti novità per il superamento del fenomeno del precariato in Sicilia, come nel resto d’Italia.
Bisogna mantenere alta l'attenzione sulla problematica , consapevoli che dalla data di pubblicazione del Decreto (previsto per la prossima settimana) avremo 60 giorni di tempo prima della conversione in legge, per apportare tutte le modifiche e integrazioni al testo  approvato, indispensabili a salvaguardare i livelli occupazionali della platea di lavoratori interessati.
Come segreteria  MGL Regione Autonomie Locali ci siamo già attivati,  e stiamo procedendo attraverso un'analisi attenta delle norme richiamate nel decreto e quelle a regime che regolamentano la materia, per apportare le nostre osservazioni e le nostre proposte.
Una cosa è certa ed e demandata a ciascun soggetto parte in causa, non abbassare la guardia, condividere e sostenere unitariamente una causa per il bene comune determinati più che mai !
                                                                                Il Segretario Generale
                                                                                  Giuseppe Cardenia  


Fonte: http://www.insiemeassociati.it/
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mercoledì 28 agosto 2013

Precari, la Regione prepara le contromosse "Deroghe difficili, sì al bacino unico dei lavoratori"


Mercoledì 28 Agosto 2013 - 17:32di 

Dopo l'approvazione del decreto nazionale sulle assunzioni negli Enti locali, l'assessore regionale alla Funzione pubblica Patrizia Valenti spiega: "Impossibile pensare a eccezioni per la Sicilia. Avanzeremo comunque una nostra controproposta a Roma. Un elenco per la mobilità potrebbe rendere meno rigido l'assorbimento dei lavoratori".
precari, regione, valenti, PoliticaPALERMO - Il conto alla rovescia è partito. La “bomba” precari rischia di esplodere il 31 dicembre. Restano, insomma, quattro mesi per disinnescarla. Quattro mesi che serviranno per capire quali strade possano essere intraprese per mitigare i possibili effetti del decreto sulle assunzioni approvato ieri dal Consiglio dei ministri. E per comprendere quali margini ci siano per la stabilizzazione di precari storici. Ad abbassare però un po' la tensione di una vicenda che ha allarmato profondamente i lavoratori e i sindacati, le parole del ministro della Funzione pubblica Gianpiero D'Alia: “Nessun precario perderà il lavoro”. Ma adesso la patata bollente sembra passare nelle mani della Regione. Che, attraverso le parole dell'assessore regionale alla Funzione Pubblica Patrizia Valenti, spiega: “Stiamo completando il monitoraggio dei lavoratori e dei Comuni. Quindi, proporremo i nostri strumenti. Tra questi, potrebbe esserci un 'bacino per la mobilità' in grado di rendere meno rigida la situazione”.

Cosa prevede il decreto del governo nazionale? Di fatto, riapre ai concorsi negli enti locali. Ma questi dovranno passare attraverso alcuni paletti. Intanto, l'approvazione di una piana organica, quindi la verifica dei posti liberi. Quei ruoli quindi potrebbero essere oggetto del concorso. Il 50% dei posti, però, verrà riservatoappunto ai precari che abbiano contratti a tempo determinato da almeno tre anni. “Requisiti che potrebbero portare – spiega il segretario regionale della Cisl Maurizio Bernava – all'assunzione di un terzo dei 22 mila lavoratori. Il governo regionale deve far presente a Roma le peculiarità della Sicilia”. Una Regione nella quale i Comuni in molti casi non rispetterebbero i parametri previsti dal decreto del ministro D'Alia, a cominciare appunto dall'approvazione della pianta organica per finire con il rispetto del Patto di stabilità. “Proprio per questo – spiega l'assessore regionale Patrizia Valenti - stiamo lavorando a una ricognizione dei precari e dello stato in cui versano i Comuni. Potrebbe capitare in molti casi, infatti, che i precari che soddisfino i requisiti non possano essere assunti perché il Comune in cui lavorano non ha 'le carte in regola'. Per questo, uno degli strumenti che proporremo sarà l'istituzione di un bacino unico per la mobilità. In questo modo, il lavoratore che ha i 'titoli' per essere assunto, potrebbe essere eventualmente assorbito da un altro ente. Questo è un punto di partenza, ovviamente, ma sarà fondamentale il dialogo e la concertazione con i sindacat”.

L'assessore, invece, allontana le ipotesi di particolari deroghe per la Sicilia, magari per allentare i vincoli imposti dal patto di stabilità. “Certo, vista la situazione, possiamo pensare a un modello un po' più aderente alle condizioni in cui versa la Regione siciliana. Ma non dobbiamo dimenticare – aggiunge - che la situazione è delicata in tutta Italia. Al momento le deroghe appaiono difficilmente proponibili”. Ma si discuterà. “Avenzeremo al governo nazionale una controproposta. Ma non illudiamo nessuno: è comunque impensabile stabilizzare 22 mila precari in una volta. Dovremo anche verificare il turn over degli enti territoriali. E capire quanti posti si liberano. La stabilizzazione va vista come una operazione progressiva che ci impegnerà per più anni”.

“Il provvedimento così com'è, - puntualizza però il segretario generale della Cisl Funzione Pubblica Gigi Caracausi – è di difficilissima applicazione nell'Isola. Bisogna lavorare a un vero e proprio piano industriale concordato tra Regione e Stato, da portare al governo regionale. La semplice applicazione del decreto avrebbe conseguenze drammatiche. Anche dal punto di vista pratico, della funzionalità degli enti. Va ricordato, infatti, che molti Comuni vanno avanti grazie all'apporto dei tantissimi precari che vi lavorano. Non possiamo negare che la situazione siciliana sia diversa da quella del resto della Penisola. I Comuni del centronord hanno una condizione economico-finanziaria più equilibrata, e possono in gran parte garantire le assunzioni. Molti Comuni siciliani, invece, probabilmente al 31 dicembre non avranno una dotazione organica approvata. Una delle pre-condizioni per potere indire i concorsi. Una cosa è certa: le nefandezze di tre decenni di politica – conclude il sindacalista - non possono ricadere sulla pelle dei lavoratori e delle loro famiglie”.

E i dubbi giungono anche dal mondo della politica. “Il partito democratico – hanno commentato Baldo Gucciardi, capogruppo dei democratici all’Ars e Mariella Maggio, vice presidente della Commissione Lavoro - aveva già lanciato l’allarme per tempo: per la Sicilia sono necessarie norme che servano a garantire il futuro occupazionale di 20 mila contrattisti. Già nella mozione presentata all'Ars nei mesi scorsi – spiegano – avevamo chiesto di trovare soluzioni che, anche derogando al patto stabilità, consentano la stabilizzazione di migliaia di lavoratori da decenni impiegati in servizi pubblici spesso indispensabili. Il progetto del governo nazionale, invece, – continuano Gucciardi e Maggio – costruisce un quadro normativo che non tiene conto della specificità siciliana di oltre 20 mila lavoratori precari contrattualizzati da enti pubblici. Senza una concreta ipotesi di deroga al patto di stabilità degli Enti locali siciliani, senza la modifica del parametro ‘dipendente pubblico-popolazione’ relativo alle dotazioni organiche degli enti pubblici e senza l’abbattimento dei limiti stabiliti dalle leggi nazionali per le assunzioni non sarà possibile parlare di soluzione al problema dei precari siciliani”. Un problema che potrebbe esplodere drammaticamente il 31 dicembre prossimo. Il conto alla rovescia è già iniziato.
Ultima modifica: 28 Agosto ore 17:37




Fonte: http://livesicilia.it/2013/08/28/precari-la-regione-prepara-le-contromosse-deroghe-difficili-si-al-bacino-unico-dei-lavoratori_364411/
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martedì 27 agosto 2013

Precariato addio, Bernava (Cisl) ”Decreto D’Alia devastante in Sicilia”

LA REGIONE SI DOTI DI UNA SUA NORMA PER EVITARE IL MASSACRO


Maurizio Bernava
 27 agosto 2013

“Il decreto legge di riforma della pubblica amministrazione, nella parte in cui si occupa di precariato, risponde ad esigenze totalmente diverse da quelle siciliane. Se applicato nell’isola domattina causerebbe il licenziamento, a scadenza di oltre il 60% dei 22 mila precari dell’amministrazione”.ù
E’ fortemente preoccupato Maurizio Bernava, leader della Cisl in Sicilia, all’indomani del decreto del Ministro Gianpiero D’Alia che in Sicilia tutto sembra tranne che “salva precari”.
“Non potevamo certo attenderci che fosse Roma a risolvere anni di storture delle amministrazioni locali siciliane – dice Bernava a BlogSicilia – il governo nazionale non può che imporre nuovi ed ulteriori vincoli come ha fatto ieri sera. Tocca alla Regione affrontare la specificità siciliana che si configura come una emergenza crescente”.
Per Bernava ci sono colpe da addebitare alle amministrazioni degli ultimi 25 anni, ma sbaglia chi vuole scaricare su Roma la soluzione che deve, invece, venire dalla Regione  ”Mi auguro che domani non cominci il balletto di “Roma ladrona”, “Sicilia tradita” e così via attraverso tutti i luoghi comuni a cui abbiamo assistito per anni. Non è più tempo di propaganda, occorre passare ai fatti ed alle soluzioni”.
Poi, a domanda, snocciola dati sulla situazione del precariato siciliano “Fra Regione e soprattutto Enti Locali, nell’isola ci sono 22 mila precari. poco più di 14 mila sono precari storici, alcuni lo sono da 25 anni, la maggior parte da 15. ci sono poi circa 8000 precari recenti. Questi ultimi, secondo il decreto D’Alia, sarebbero già condannati. Ma la situazione non sarebbe migliore per gli altri. La riserva del 50% nei concorsi in Sicilia è una burla. I Comuni non hanno la pianta organica definita e quasi nessuno è in regola coi vincoli finanziari. inoltre non ci sono posizioni concorsuali aperte. In sintesi forse si potrebbero salvare un terzio dei 22 mila, ma è un conto ottimistico”.
Dunque il decreto D’Alia è una condanna senza appello?
“Ripeto, non si può scaricare su Roma la responsabilità. Sono mesi che indichiamo, inascoltati, il percorso da intraprendere“.
Il segretario generale della Cisl siciliana ha le idee chiare sui prossimi passi da farsi entro due mesi: “Il governo regionale dovrà varare una sua legge perché sul personale ha potestà legislativa. per farlo deve avviare un doppio confronto utile anche a reperire le risorse. Da un lato deve confrontarsi con il sindacato ed avviare un lavoro serio di censimento ente per ente, tagliando le spese inutili ed improduttive e destinando le risorse liberate proprio alla stabilizzazione dei precari. Dopo avere definito questo piano e i suoi tempi di attuazione, che io valuto in circa due anni, deve presentarsi a Roma con le carte in regola mostrando il suo pianto e il disegno di legge che serva per attuarlo e chiedere al governo nazionale una proroga straordinaria biennale per l’attuazione progressiva del piano di stabilizzazione”.
La palla, dunque, secondo il sindacato passa ora alla Regioneche deve operare “velocemente e con serietà, senza cedere al populismo ed alla tentazione dei proclami e degli scontri, assumendosi la responsabilità di una rivoluzione vera che ci permetta di uscire dalla stagione del precariato evitando di proseguire sulla strada del massacro sociale attualmente in corso”


Fonte: http://palermo.blogsicilia.it/precariato-addio-bernava-cisl-decreto-dalia-devastante-in-sicilia/206322/
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sabato 24 agosto 2013

Precari della P.A., pressing dei sindacati: "Governo trovi soluzione per tutti i 150mila"

Precari della P.A., pressing dei sindacati:
"Governo trovi soluzione per tutti i 150mila"

Dopo il rinvio al Cdm di lunedì del dl per la stabilizzazione degli statali con contratto a tempo determinato Cgil, Cisl e Uil all'attacco: "Se le misure non riguarderanno tutti i lavoratori, mobilitazione per settembre"



Precari della P.A., pressing dei sindacati: "Governo trovi soluzione per tutti i 150mila"ROMA - Non è piaciuto ai sindacati lo slittamento al Consiglio dei ministri di lunedì del decreto con le misure per la stabilizzazione dei precari nella pubblica amministrazione. Fumata nera dovuta al mancato accordo tra Pd e Pdl, con il pesante parere negativo anticipato da Renato Brunetta, qualche ora prima della riunione dell'esecutivo. Cgil, Cisl e Uil vanno così in pressing sul governo in vista della nuova riunione, annunciata dal sottosegretario Filippo Patroni Griffi.

Mobilitazione immediata. 
Sotto accusa anche i numeri filtrati finora, con il provvedimento che secondo alcune anticipazioni riguarderebbe soltanto 50mila lavoratori. Se la soluzione non riguarderà tutti i precari, promette "un'immediata mobilitazione", con Cisl e Uil, il segretario generale della Fp Cgil, Rossana Dettori. "Sarebbe insopportabile non dare risposte a precari che da anni contribuiscono al funzionamento di servizi primari, dalle scuole ai pronto soccorso". "Al di là di quel che dice Elsa Fornero - insiste criticando l'ex ministro del Lavoro - questi lavoratori non sono dei privilegiati, sono persone che da anni, alcuni anche da una decina, lavorano con contratti non definitivi". Sotto attacco anche Renato Brunetta: "E' inaccettabile - conclude l'esponente Cgil - che usi questa vicenda per aumentare la tensione nella compagine governativa e per alzare il tiro su questioni che riguardano anche equilibri interni al Pdl e non certo i precari".

Incertezza sul testo. Sulla stessa linea Benedetto Attili, segretario generale della Uil Pubblica amministrazione: "Ci risulta strano che, dopo aver tanto discusso ed esaminato diversi testi, ancora non si sappia quale soluzione sarà adottata. Si corre il rischio che a fine anno migliaia di lavoratori si ritrovino senza lavoro". Se il provvedimento allo studio del Governo riguarderà solo 50mila precari, è il pensiero di Attili, vuol dire che almeno 100mila persone rischiano di non vedersi rinnovato il contratto di lavoro che scadrà il prossimo 31 dicembre. Per il dirigente sindacale, "serve innanzitutto un provvedimento serio, che individui un percorso di stabilizzazione con modi e tempi certi e che entro fine anno il 100% dei precari siano stabilizzati".

Chiede "una convocazione per discutere della candelarizzazione delle stabilizzazioni" il segretario generale della Fp Cisl, Giovanni Faverin, che a proposito delle decisioni attese lunedì, aggiunge: "Vigileremo sulle soluzioni, ma è già molto utile che il governo abbia deciso di affrontare la questione sapendo che dietro ci sono uomini e donne che fanno un lavoro utile per la comunità". Pur non aspettandosi un provvedimento immediato per tutti i lavoratori interessati, Faverin sottolinea la necessità di avviare "un meccanismo che consentirà a enti grandi e piccoli di stabilizzare il personale precario, rispettando il patto di stabilità". Se non dovessero arrivare risposte concrete, conclude, "lavoreremo perché si costruiscano, anche con una mobilitazione con le altre organizzazioni sindacali".

La bozza del decreto. Secondo le ipotesi circolate, la soluzione per gli statali con contratto a tempo determinato dovrebbe riguardare coloro che negli ultimi cinque anni hanno avuto contratti per almeno tre anni, che si vedranno riservato il 50% dei posti messi a disposizione nei concorsi che si terranno fino al 31 dicembre del 2015. E dovrebbero essere prorogate di altri due anni anche le graduatorie di vincitori e idonei, a cui attingere per le assunzioni delle amministrazioni centrali. 

                                                                                                                                                                           ( 24 agosto 2013)© RIPRODUZIONE RISERVATA
 Fonte:http://www.repubblica.it/economia/2013/08/24/news/precari_della_p_a_sindacati_al_governo_trovare_soluzione_per_tutti-65222821/


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giovedì 22 agosto 2013

Il Tribunale di Reggio Emilia rimette tutto in gioco sul RIMBORSO TFR


Con troppa fretta alcune Amministrazioni hanno detto no al rimborso del TFR. Il Tribunale di Reggio Emilia – sentenza depositata il 5/3/2013
rimette alla Corte Costituzionale il chiarimento complessivo della materia in quanto, ravvisa disparità di trattamento tra dipendenti pubblici e privati,dando la sensazione di mettere fine a questa discriminazione.









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mercoledì 21 agosto 2013

La disinformazione in materia di proroga e rinnovo dei contratti a termine del personale appartenente al regime transitorio dei lavoratori socialmente utili continua anche con l’ausilio degli Enti Locali ai quale piace perpetuare a disapplicare la normativa statale e regionale vigente in materia di contratti a termine nella Pubblica Amministrazione, anche dopo l’entrata in vigore dell’articolo 3 comma 1 della Legge Regionale 22 gennaio 2013 n. 4.




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USB Unione Sindacati di Base - Sei stato assunto successivamente al 31/12/2000 ? ...“Recupera 10 anni di trattenuta mensile del 2,5% ”…MA NON FACCIAMOCI RAGGIRARE Perché qualcuno sta barando e viene adesso a contestare trattenute “illegittime”, quando a suo tempo le ha promosse e sottoscritte.



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martedì 13 agosto 2013

Trattenuta del 2,5% sul TFR: l giudice di Treviso accoglie il decreto INGIUNTIVO DI PAGAMENTO PRESENTATO DALLA GILDA


Per quel che riguarda il ricorso per la restituzione della trattenuta sul TFR, abbiamo sperimentato la possibilità di seguire una strada più veloce rispetto al ricorso e cioè il DECRETO INGIUNTIVO DI PAGAMENTO. Ebbene il Giudice del Lavoro di Treviso ha accolto il nostro decreto ingiuntivo pilota in data 18 marzo 2013.

Siamo i primi in Italia ad aver sperimentato questa strada.

Ora cosa potrebbe succedere? L'amministrazione ha 40 gg di tempo per presentare opposizione, nel caso in cui non si opponga, entro i 90 gg successivi dovrà liquidare la spettanza. Qualora si opponesse dovremo ricorrere alla giustizia ordinaria e procedere con un ricorso ordinario.

Sarà interessante studiare le argomentazioni con cui eventualmente si opporrà e, allo stato delle cose, nutriamo qualche dubbio sulla validità di quelle possibili.

Se questo ricorso andrà a buon fine sarà una bomba perchè la trattenuta non coinvolge solo gli insegnanti, ma tutti i pubblici dipendenti, quindi andremmo a creare un precedente storico e l'entità dei risarcimenti che lo Stato dovrà liquidare ai dipendenti sarà davvero notevole.

Ri-sollecito,a maggior ragione, chi ancora non avesse provveduto, ad inviare la diffida e ad iniziare la raccolta degli statini degli ultimi 5 anni.

Ringraziamo l'Avvocato D'Angelo che ha avuto l'intuizione di procedere per questa soluzione.






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sabato 10 agosto 2013

Ricorso sulla trattenuta illegittima del 2,5% sul TFR rivolto ai precari

Ricorso sulla trattenuta illegittima del 2,5% sul TFR rivolto ai precari e agli assunti a tempo indeterminato dopo il 31/12/2000

 proposta

Ricorso sulla trattenuta illegittima del 2,5% sul TFR rivolto ai precari e agli assunti a tempo indeterminato dopo il 31/12/2000

Con la sentenza 223 dell’8 Ottobre 2012 la Corte Costituzionale aveva dichiarato l’illegittimità costituzionale della legge Tremonti 122/2010 perché aveva operato “una illegittima diminuzione della retribuzione e un ingiustificato trattamento deteriore dei dipendenti pubblici rispetto a quelli privati”. Infatti, mentre nel settore privato la trattenuta sulle liquidazioni è totalmente a carico del datore di lavoro, nel pubblico impiego invece 2,5 punti su 6,91 erano stati messi dalla legge Tremonti a carico di tutti i dipendenti pubblici. La Corte ha però bocciato la misura ravvisandovi una discriminazione per i lavoratori pubblici rispetto ai privati. Ma il parere della Corte Costituzionale è stato a parer nostro violato dal governo Monti con il decreto legge 185 del 29 Ottobre 2012 e con la legge di stabilità 228/2012 che, pur riportando al regime TFS i lavoratori pubblici assunti prima del 2001, lasciano invece in regime di TFR, con la trattenuta del 2,5%, i lavoratori assunti a tempo indeterminato dal 2001 in poi e i precari. Va inoltre sottolineato che il regime TFS, anche con la trattenuta del 2,5%, è più favorevole di quello TFR perché calcolato sull’ultima retribuzione, mentre il TFR è un accantonamento anno per anno. Si tratta di un vero e proprio accanimento nei confronti dei/delle colleghi/e più giovani. Infatti i precari e gli assunti alle dipendenze dello stato dopo l’anno 2000, oltre ad essere penalizzati perché il TFR è più sfavorevole del TFS, si ritrovano in busta paga anche una trattenuta illegittima del 2,5% che nulla c’entra con il TFR perché è tipica del TFS. Si ritrova la trattenuta del 2,5% anche chi, pur essendo stato assunto prima del 2001, abbia aderito ad un Fondo Pensione (tipo Espero) perché l’adesione alla previdenza complementare prevedeva il passaggio dal TFS al TFR. Dopo che all’indomani della sentenza della Corte Costituzionale numerosi lavoratori della scuola e del pubblico impiego avevano presentato, su nostra indicazione, le diffide all’Amministrazione di competenza, dopo aver formalmente richiesto come organizzazione Cobas, con una richiesta-diffida, al governo un intervento normativo coerente con la sentenza della Corte Costituzionale, ora i Cobas Scuola di Pisa promuovono la “via giuridica”.

Fonte: http://www.cesp-pd.it/spip/spip.php?article592

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venerdì 9 agosto 2013

Decreto TFR: tornano i soldi nelle tasche dei dipendenti pubblici


Decreto TFR: tornano i soldi nelle tasche dei dipendenti pubblici

In attuazione della sentenza della Consulta, lo Stato ristabilisce le norme precedenti e restituirà a suoi dipendenti quanto è stato tolto dal gennaio 2011 a oggi


Il Governo, con il decreto legge n. 185/2012 fa marcia indietro e adegua la normativa in materia di TFR dei dipendenti pubblici alla sentenza della Corte Costituzionale n. 223/2012. Con decorrenza 31 Ottobre, gli enti dovranno fare una variazione in bilancio per far fronte a questi oneri verso i propri dipendenti, quantificabili in una quota pari al 2,5% delle retribuzioni annue utili ai fini Tfr. La sentenza dunque, oltre a cancellare il contributo di solidarietà a carico degli statali e abolire i tagli alle indennità dei magistrati, boccia la trattenuta del 2,5% sul Tfr a carico del dipendente pubblico. Alla base della decisione dei giudici, che con un’unica sentenza hanno abbattuto tre misure importanti di austerity, ci sono chiare ragioni di equità.
La norma in questione, dl 78/2010 dell’ ex Ministro Tremonti, creava disparità di trattamento tra il pubblico impiego e il settore privato, in cui il tfr grava interamente sul’azienda. LaCorte ha richiamato la Costituzione negli articoli 3 – uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge – e 35 – proporzionalità tra oneri fiscali e capacità contributiva: un euro ha lo stesso valore se guadagnato da un lavoratore pubblico o privato, per cui il livello di tasse deve essere il medesimo. Un principio semplice, che tuttavia ha imposto al Ministro Grilli l’adozione di misure tempestive e la relativa copertura finanziaria.
Ristabilendo le norme precedenti, insomma, lo Stato restituirà a suoi dipendenti quanto è stato tolto dal gennaio 2011 a oggi. Al momento della pensione, la liquidazione sarà calcolata come se quel taglio non fosse mai avvenuto. Ed è stato stimato che questo ripristino delle vecchie norme costerà in totale 3,8 miliardi al bilancio dello Stato. Ciò non significa tuttavia che il governo dovrà trovare subito l’intera cifra: la gran parte della restituzione sarà un problema futuro. Anche se esiste un problema fiscale, a cascata, di non facile risoluzione, in quanto l’imponibile di questi lavoratori era stato decurtato ingiustamente e, dovendo essere sospesa la “rivalsa”, con la sua restituzione cambierebbero anche i conteggi delle imposte del 2011 e 2012.
Così, per ora, con il decreto il Governo ha stanziato risorse dal 2012 al 2015 per oltre 40 milioni di Euro. Per gli statali gli effetti in busta paga, che si manifesteranno presumibilmente da Dicembre, saranno quantomeno tangibili. Per un impiegato comunale, per esempio, la pronuncia costituzionale vale 332 euro di arretrati del 2011 e 307 euro per il 2012. Un totale di 639 euro di arretrati, pari a 24 euro netti mensili per 2 anni. Per un impiegato con la responsabilità di un ufficio, a cui generalmente spetta un’indennità di carica, la cifra sale a 35 euro mensili. Le cifre raddoppiano per i dirigenti

Fonte: http://www.leggioggi.it/2012/11/05/legge-sbagliata-tornano-soldi-nelle-tasche-dei-dipendenti-pubblici/

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Decreto Legge sulla P.A.? Un'occasione da non perdere!



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Decreto Legge sulla P.A.? Un'occasione da non perdere!





Comunicato Stampa 8 agosto 2013 dei  Segretari Generali FP CGIL, CISL FP, UIL FPL e UILPA
Oggi al Consiglio dei Ministri verrà proposta l'adozione di un decreto legge per razionalizzare il funzionamento della Pubblica Amministrazione.
Riteniamo che, se si vuole veramente incidere in modo significativo sui veri sprechi nel funzionamento della P.A., questa sia un'occasione da non perdere.
Questo il contenuto di una nota congiunta di  Rossana Dettori, Giovanni Faverin, Giovanni Torluccio e Benedetto Attili - Segretari Generali di Fp-Cgil, Cisl-Fp, Uil-Fpl e Uil-Pa. 
Tra i vari problemi che dovrebbero essere affrontati e risolti da un Governo che veramente vuole agire e non limitarsi a fare proclami,  continuano i quattro sindacalisti, ci aspettiamo decisione e fermezza nel tagliare consulenze ed auto blu, fenomeni tutti italiani che hanno assunto dimensioni iperboliche anche rispetto agli altri paesi europei, ed utilizzare i conseguenti risparmi innanzitutto per dare un futuro certo e stabile alle famiglie di tutti i precari pubblici che da anni attendono la stabilizzazione del proprio rapporto di lavoro e che, malgrado questa loro loro condizione di disagio, concorrono con i loro colleghi a garantire quotidianamente i servizi pubblici ai cittadini.
Questo, insieme alla immediata riapertura di un tavolo di confronto con le parti sociali sul funzionamento della macchina amministrativa italiana, sarebbe il miglior segnale possibile per dimostrare al Paese che qualcosa sta cambiando.
Fonte: http://www.fp.cisl.it/index.php?option=com_content&view=frontpage&Itemid=1

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Concorsi riservati per 250 mila precari?

Concorsi riservati per 250 mila precari?

Secondo l’Anief-Confedir sarebbero in arrivo concorsi riservati per i dipendenti pubblici precari che, secondo le indicazioni Ue, abbiano maturato almeno tre anni di contratti a termine negli ultimi dieci: circa 250.000.
Sarebbe questa, secondo il sindacato, la risposta che il Governo si appresta a fornire alle procedure d’infrazione attivate dalla Commissione UE nei confronti dell’Italia per la reiterata violazione delle direttive comunitarie.
Il testo della norma, già pronto da settimane, sarebbe incluso nel decreto legge che il ministro della Funzione Pubblica, Gianpiero D’Alia, ha intenzione di portare all’attenzione del prossimo Consiglio dei Ministri. Entrando nel dettaglio, riferisce la nota del sindacato, “viene data la possibilità alle amministrazioni pubbliche di bandire concorsi con riserva di posti (massimo il 50%) per chi, alla data di pubblicazione del bando, abbia maturato almeno tre anni di contratti a termine negli ultimi dieci anni. Vale la pena ricordare, a tal proposito, che con ordinanza n. 207/13, la Corte Costituzionale appena due settimane fa ha rinviato alla Corte di Giustizia europea la questione sulla compatibilità della normativa italiana con la direttiva comunitaria in tema di reiterazione dei contratti a termine e assenza di risarcimento del danno per docenti, amministrativi, tecnici ed ausiliari precari della scuola con almeno tre anni di supplenze alle spalle”.
Nel dl sarebbe prevista anche la stabilizzazione di 27 mila posti di sostegno, e inoltre la soluzione della questione dei 3.500 docenti inidonei o soprannumerari ITP, che sulla base della cosiddetta spending review, sarebbero dovuti transitare nei ruoli del personale amministrativo e tecnico sempre della scuola pubblica. Con lo stesso provvedimento sarebbe sanata anche la questione dei pensionandi (quota 96) bloccati dalla riforma Fornero.
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giovedì 8 agosto 2013

Stabilizzazioni, atto secondo


Stabilizzazioni, si riparte. Dovrebbe arrivare al prossimo consiglio dei ministri il decreto legge che apre a una nuova stagione di assunzioni dei precari pubblici dopo quella del governo Prodi: fino al 2015 le amministrazioni, nel rispetto dei vincoli finanziari esistenti, potranno decidere di fare concorsi riservati ai soli lavoratori che hanno avuto nell'ultimo decennio contratti di tipo subordinato per almeno tre anni, anche sotto forma di collaborazione. Questo prevede l'articolo 7 del provvedimento che ItaliaOggi ha avuto modo di leggere. Gli interessati sarebbero circa 120 mila in tutta Italia, esclusa la scuola che da sola ne conta altre 150 mila. Il pacchetto di misure per favorire l'occupazione nel pubblico impiego, predisposto dal ministro della Funzione pubblica Gianpiero D'Alia, recupera alcune delle misure già previste per il cosiddetto decreto lavoro, poi escluse per estraneità di materia.

Il dl, di 40 articoli, ha un raggio di azione piuttosto ampio, dai beni culturali fino alla scuola, ma è certamente la norma generale sui precari pubblici quella più attesa. E anche più gravida di conseguenze dal punto di vista politico: le pressioni per dare un posto fisso a tutti coloro che hanno sulla carta i requisiti per accedere alla selezione dovrà fare i conti con i vincoli finanziari che restano inalterati e che restringono notevolmente la platea dei beneficiari

lunedì 5 agosto 2013

Circolare n.2/2013 - Prosecuzione di rapporti del personale destinatario del regime transitorio dei lavori socialmente utili.







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Pubblico impiego, D’Alia tenta l’affondo «Stabilizzare i precari entro settembre»


Il ministro: dobbiamo intervenire prima della legge di Stabilità. A breve l'avvio del negoziato con i sindacati di Barbara Corrao

ROMA - «Stiamo lavorando ad un pacchetto di norme sul lavoro pubblico che sono norme di manutenzione ordinaria e straordinaria del sistema della Pa, con particolare riferimento ai precari e ai vincitori di concorso. Su questo stiamo concentrando la nostra attenzione in questi giorni». Il ministro della Funzione Pubblica, Gianpiero D'Alia, torna sul tema del lavoro pubblico. In ballo ci sono circa 115 mila dipendenti, di cui 86.122 a tempo determinato, concentrati soprattutto negli enti locali. Operazione non facile in un momento come questo, con l’acuirsi della tensione politica dopo la sentenza Berlusconi. Lo stesso decreto del Fare, che introduce molte norme di semplificazione amministrativa, è appeso a un filo al Senato e ha risentito del clima generale. Venerdì, nonostante la seduta notturna, non si è riusciti a raggiungere l’approvazione definitiva in commissione e rimane ancora aperta la questione controversa del tetto agli stipendi dei manager pubblici. Tutto si sposta dunque a lunedì mattina nel tentativo, difficile, di mantenere l’appuntamento con l’aula nel pomeriggio.
NORME CERTE
«Sui precari la nostra intenzione è di intervenire prima della legge di stabilità sapendo che non ci sono risorse aggiuntive nè che possiamo fare procedure di stabilizzazione indiscriminate, ma sempre selettive dando uno sbocco e un percorso virtuoso che punti a chiudere la vicenda nel minor tempo possibile» spiega il ministro che nei giorni scorsi ha dovuto affrontare le proteste del Pdl. L’ex ministro Gelmini, il presidente della commissione Finanze Capezzone e il capogruppo nonché ex ministro della Funzione Pubblica Renato Brunetta, hanno attaccato il progetto a cui sta lavorando D’Alia: «Lascia presagire un’immensa sanatoria nella Pubblica amministrazione della quale non si sente proprio il bisogno», è stato il motivo dominante delle contestazioni. Di parere opposto, invece, i sindacati della Funzione pubblica che, dopo l’estensione del blocco delle retribuzioni anche al 2014, spingono per ottenere una maggiore apertura sul versante della regolarizzazione dei precari. Come? Con l’ampliamento della quota di riserva del 50% già prevista in caso di nuovi concorsi per chi ha maturato almeno tre anni di contratti a termine negli ultimi cinque.
D’Alia dovrà tenersi in equilibrio tra queste esigenze contrapposte. «É chiaro - aggiunge infatti il ministro interpellato dall’AdnKronos - che noi dobbiamo intervenire anche per evitare che si verifichino nuovi fenomeni di precariato e quindi intervenire per sanzionare quegli amministratori che fanno contratti che alimentano le sacche di precariato senza che rispondano di tasca propria. È chiaro che già dalle prossime settimane apriremo un confronto con i sindacati per avviare una stagione di dialogo e trattativa, anche se per il 2014 limitata alla parte giuridica e normativa». Il che significa guardare a settembre.
TEMPI STRETTI
D'Alia non perde dunque le speranze, nonostante la situazione politica sempre più difficile, di completare il lavoro annunciato sulla Pubblica amministrazione. Il decreto sui precari ne è sicuramente una parte fondamentale in attuazione al lavoro già avviato dal governo Monti che aveva stabilito una prima proroga fino al 31 luglio, proprio per consentire al nuovo governo di trovare una soluzione definitiva al problema. Il governo Letta ha raccolto l’eredità e con il decreto che ha sospeso la prima rata Imu, ha ulteriormente prorogato fino al 31 dicembre la scadenza. Tuttavia, i tempi sono stretti perché occorre poi mettere in moto il meccanismo della stabilizzazione in tutte le amministrazioni pubbliche in modo di arrivare prima della scadenza di fine anno. Ecco perché D’Alia insiste nel tenere viva l’attenzione ed affrontare l’argomento prima della legge di Stabilità. Sempre che il governo regga all’urto della sentenza Mediaset.
Domenica 04 Agosto 2013 - 14:01
Ultimo aggiornamento: 14:23
© RIPRODUZIONE RISERVATA

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venerdì 2 agosto 2013

CISL - La proroga dei contratti precari non basta



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giovedì 1 agosto 2013

BlogSicilia - Precari, la proroga che mette d’accordo (quasi) tutti. PROBLEMA SOLO RINVIATO DI QUALCHE MESE


PROBLEMA SOLO RINVIATO DI QUALCHE MESE



Cinque mesi di lavoro ancora poi, chissà? E’ questo il risultato della proorga dei contratti per 18.500 precarid ella pubblica amministrazione che ieri, in extremis, hanno visto approvare dall’Ars la prosecuzione del loro lavoro fino al 31 dicembre. Una boccata d’ossigeno che non risolve certo il problema. lascia, piuttosto, aperto un tewma difficile.
Audizione Precari ArsAlla riapertura di settembre, infatti, l’Ars avrà più di un nodo da sciogliere. Dovrà avviare la trattazione delle inevitabili variazioni di bilancio che non sono state fatte a luglio ma non si potranno evitare a settembre, pena il blocco di servizi e stipendi anche per molti dipendenti pubblici. poi toccherà al documento di programmazione eocnomica e finanziaria ed al bilancio di previsione. Ammettendo un nuovo ricorso all’esercizio provvisorio resta aperto anche il tema della riforma delle province che in teoria dovrebbe vedere la luce entro il 31 dicembre.
In mezzo a questo bailamme si andrà verso la nuova scadenza dei contratti dei precari. “Già a settembre l’Ars deve impegnarsi per trovare soluzioni definitive per il mondo del precariato siciliano – conferma Totò Lentini deputato di Articolo quattro, il gruppoo che per primo, con Luca Sammartino, aveva posto il problema già tre giorni fa -.  La questione lavoro deve essere primaria e prioritaria. Occorre trovare soluzioni definitive, anche attraverso una serrata trattativa con il governo nazionale, per estirpare il cancro del precariato e dare risposte serie a tutte le categorie di precari che da anni lavorano nell’incertezza del futuro ma fornendo un servizio essenziale all’amministrazione”.
Il problema è proprio quello delle risorse prima ancora che dei limiti normativi. Per questo diventa fondamentale la trattativa  con Roma. Un problema che il Parlamento, però, almeno pe ril momento considera accantonato.
“L’approvazione delle proroghe dei contratti dei lavoratori precari degli enti locali fino al 31 dicembre è un atto di responsabilità da parte del Parlamento – dice Baldo Gucciardi, capogruppo del Pd -.  Adesso sarà importante utilizzare al meglio i mesi a disposizione per portare avanti l’interlocuzione fra il governo regionale e quello nazionale, per trovare una soluzione definitiva”.
“Così come è, la proroga dei contratti non è un grande risultato – dice Vincenzo Figuccia, Vicepresidente del Gruppo PdS-MpA all’ARS – Ancora una volta si offre  a questi lavoratori un salvagente che però è precario tanto quanto il loro rapporto di lavoro. Speriamo che già da domani il Governo metta mano ad un piano complessivo che permetta alla Regione, e di conseguenza agli Enti locali, di programmare in modo serio e di prospettiva l’utilizzo di questi lavoratori nel lungo periodo”.


Fonte: http://palermo.blogsicilia.it/precari-la-proroga-che-mette-daccordo-quasi-tutti/203378/
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Sole 24h - Meno precari nella Pa ma occhio alla spesa

Il «superamento» del precariato negli uffici pubblici, obiettivo che lo stesso premier Letta ha sempre definito come prioritario, va salutato come un fatto positivo. E in questa direzione sembra andare il provvedimento a cui sta lavorando il ministro della Pa e della Semplificazione, Gianpiero D'Alia, che potrebbe arrivare in consiglio dei ministri già domani.
Il piatto forte delle nuove disposizioni urgenti che si stanno limando in queste ore prevede, in particolare, la possibilità per le amministrazioni di effettuare concorsi con riserva di posti (massimo il 50%) per chi, alla data di pubblicazione del bando, abbia maturato almeno tre anni di contratti a termine negli ultimi cinque. Un principio di equità sacrosanto, dunque. Che però nella messa in pratica non deve diventare una nuova e ghiotta occasione per le Pa centrali e locali per aprire il recinto abbassando la guardia sulla spesa per il pubblico impiego. Spesa che per la prima volta è in calo. Un risultato storico, questo, che deve diventare non un fatto occasionale, ma una tendenza di lungo periodo.
La guardia quindi deve rimanere alta anche perché i risultati della spending review su questo fronte così delicato sono stati finora abbastanza deludenti. Questo nuovo intervento nel pubblico impiego deve quindi diventare l'occasione per una riorganizzazione che metta ordine senza però schiudere nuovi varchi che facciano lievitare di nuovo la spesa. Finora la razionalizzazione si è concentrata soprattutto nelle pubbliche amministrazioni centrali, l'attenzione va dunque spostata a livello locale dove tra l'altro sono arruolati la maggior parte dei lavoratori flessibili.

Fonte: http://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2013-08-01/meno-precari-occhio-spesa-071345.shtml?uuid=AbFupIJI
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